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Non tutti sono stati in Africa nella propria vita. Eppure sembrerebbe che tutte le lingue fossero già parlate in questo continente. E’ quanto affermano alcuni studiosi, secondo i quali l’origine di tutte le lingue è da ricondursi all’Africa. Da lì, esse si sarebbero diffuse in tutto il mondo. Si contano più di 6000 lingue e tutte potrebbero avere una radice comune africana. I ricercatori hanno comparato i fonemi - unità minime differenzianti dei significati - delle diverse lingue. Se cambia un fonema, cambia anche il significato di una parola. Un esempio tratto dall’inglese può aiutarci a capire meglio. In inglese dip e tip indicano due cose diverse. Pertanto, /d/ e /t/ sono due fonemi diversi. Questa varietà fonetica si presenta più spesso nelle lingue dell’Africa e diminuisce considerevolmente quando ci si allontana da questo continente. I ricercatori ritengono che la prova della validità delle proprie tesi risieda proprio in questo fatto: le popolazioni che si espandono diventano più uniformi. La variabilità genetica diminuisce lungo i confini esterni. Ciò dipende dal fatto che anche il numero dei “colonizzatori” di quelle aree diminuisce e, meno geni emigrano, più la popolazione diventa uniforme. Le possibilità che i geni si combinino tra di loro divengono sempre minori e questo spiega la somiglianza dei membri di una popolazione emigrata altrove. Gli studiosi definiscono questo fenomeno “principio del fondatore”. Quando gli uomini hanno lasciato l’Africa, hanno portato con se la propria lingua. Minori sono i colonizzatori, minori sono i fonemi che essi portano altrove. Così, nel corso del tempo alcune lingue sono rimaste più uniformi. Che l’Homo Sapiens provenga dall’Africa sembra ormai un dato di fatto … chi sa se si possa dire lo stesso per la lingua da lui parlata. |