Gianni Rodari
La madre del Partigiano
Sulla neve bianca bianca
c’è una macchia color vermiglio;
è il sangue, il sangue di mio figlio,
morto per la libertà.
Quando il sole la neve scioglie
un fiore rosso vedi spuntare:
o tu che passi, non lo strappare,
è il fiore della libertà.
Quando scesero i partigiani
a liberare le nostre case,
sui monti azzurri mio figlio rimase
a far la guardia alla libertà.
Jacques Prévert
LA BELLA STAGIONE
A digiuno sperduta assiderata
Tutta sola senza un soldo
Ferma in piedi una ragazza
Età sedici anni
In Place de la Concorde
Il quindici agosto a mezzogiorno.
TANTE FORESTE...
Tante foreste strappate alla terra
massacrate
finite
rotativizzate
Tante foreste sacrificate per fornire la carta
ai miliardi di giornali che ogni anno attirano l'attenzione
dei lettori sui rischi del disboscamento.
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IL GUARDIANO DEL FARO AMA TROPPO GLI UCCELLI
Uccelli a migliaia volano verso le luci
a migliaia cadono a migliaia s'urtano
a migliaia accecati a a migliaia colpiti
a migliaia muoiono
Il guardiano non può più sopportare cose di questo genere
agli uccelli vuole troppo bene
e allora dice Tanto peggio me ne frego
E spegne tutto
Naufraga lontano un cargo
un cargo che viene dalle isole
un cargo carico d'uccelli
migliaia d'uccelli delle isole
migliaia d'uccelli annegati.
Emily Dickinson
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Facile lavorare quando l'anima gioca -
Ma quando l'anima dolora -
Sentirla che depone i suoi balocchi
Il lavoro ti fa fatica - allora -
Semplice se la pelle soffre o un osso -
Ma in mezzo ai nervi una trivella -
Ti strazia più metodica - più fiera -
Come nel guanto una pantera
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Fammi un ritratto del sole -
Che lo appenda dove dormo -
E mi sembri di scaldarmi
Se per altri ha fine il giorno
Disegnami un pettirosso -
Su un gambo - che l'oda in sogno
E quando più non canta l'orto -
Tolga l'inganno - di torno
Dimmi se - il meriggio brucia
Se è il botton d'oro - che "sfiora"
O la farfalla - che "sboccia"
Poi - niente - gelo - nel campo -
Né rosso ruggine ai rami -
Quelli giochiamo che - mai ci saranno
Kahlil Gibran
Dicono che sciacallo e talpa
si dissetino allo stesso ruscello
dove va a bere il leone.
E dicono che aquila e avvoltoio
conficchino il becco nella stessa carcassa,
e vadano d'accordo,
in presenza di una cosa morta.
O amore, la cui nobile mano
tiene a bada i miei desideri,
elevando la mia fame e la mia sete
a dignità e fierezza,
non permettere che il forte e il perseverante in me
mangino il pane o bevano il vino
che allettano il mio io più debole.
Che io languisca di fame,
e il mio cuore inaridisca dalla sete,
e io mi spenga e muoia,
prima di tendere la mano
verso un calice che tu non hai colmato,
o verso una coppa che non hai consacrato.
DISSE UN FOGLIO DI CARTA BIANCO COME NEVE...
Disse un foglio di carta bianco come neve: "Puro fui creato, e puro rimarrò per sempre. Preferirei essere bruciato e trasformarmi in candida cenere piuttosto che permettere a un colore scuro di sfiorarmi o a qualcosa di sporco di avvicinarsi a me".
Il calamaio udì quel che il foglio di carta diceva, e rise nel suo cupo cuore; tuttavia mai osò accostarsi a lui.
E lo udirono anche le matite multicolori, e anch'esse mai gli si avvicinarono.
E il foglio di carta bianco come neve rimase puro e casto per sempre, puro e casto - e vuoto.